Il prolasso rettale è una condizione medica in cui il retto scivola fuori dalla sua posizione anatomica normale, fuoriuscendo dalla parete posteriore della vagina o direttamente dall’ano.
Anatomicamente, il retto, che è l’ultima parte dell’intestino crasso, si trova sotto la pressione degli organi pelvici e dei muscoli del pavimento pelvico. Quando questi muscoli si indeboliscono o si danneggiano, non riescono più a sostenere il retto, provocandone il prolasso.
Questa patologia è più comune tra le donne, specialmente quelle sopra i 60 anni e i principali sintomi includono:
- sensazione di corpo estraneo: le pazienti spesso descrivono la sensazione di un corpo estraneo all’interno della vagina o che sporge dall’ano;
- defecazione ostruita: la difficoltà nell’evacuare le feci è comune, accompagnata da una sensazione di incompleta evacuazione;
- dolore e sanguinamento: alcune pazienti possono avvertire dolore rettale e osservare sanguinamenti, specialmente durante i movimenti intestinali.
- incontinenza fecale: la perdita involontaria di feci può verificarsi a causa del danno ai muscoli sfinterici.
Il percorso diagnostico
La diagnosi del prolasso rettale richiede una valutazione approfondita, impiegando diverse metodologie diagnostiche per ottenere una visione completa della condizione e definire un piano terapeutico adeguato.
1. Visita specialistica orientata alla valutazione dei disturbi pelvici
Durante la prima visita specialistica, viene eseguito un esame fisico dettagliato per valutare i sintomi riferiti dal paziente e viene raccolta la sua storia clinica completa.
Questa visita permette di identificare segni visibili di prolasso e valutare il ricorso ad indagini più specifiche.
2. Defecografia
La defecografia è un esame radiologico che consente di osservare il comportamento del retto e dell’ano durante la defecazione.
Il paziente siede su un gabinetto radiotrasparente e, dopo aver introdotto una sostanza di contrasto nel retto, viene richiesto di evacuare.
Questo esame permette di visualizzare direttamente il prolasso e valutare eventuali disfunzioni associate, con l’obiettivo di determinare come si muovono e si posizionano gli organi pelvici durante l’atto della defecazione, fornendo informazioni cruciali per la diagnosi.
3. Risonanza Magnetica Dinamica
La risonanza magnetica dinamica (RMD) offre immagini dettagliate dei tessuti molli e degli organi pelvici in movimento.
Durante l’esame, il paziente viene posizionato in una macchina per risonanza magnetica e gli vengono richiesti movimenti specifici, come contrarre e rilasciare i muscoli pelvici.
La RMD permette quindi di valutare il grado e l’estensione del prolasso, oltre a identificare altre patologie pelviche concomitanti.
Si tratta quindi di un esame particolarmente utile per pianificare interventi chirurgici e personalizzare il trattamento.
4. Manometria Ano-rettale
La manometria ano-rettale misura la pressione all’interno del retto e dell’ano.
Un piccolo catetere viene inserito nel retto e, attraverso sensori di pressione, si registrano le contrazioni e i rilassamenti dei muscoli ano-rettali durante diverse manovre, come il gonfiaggio di un palloncino inserito nel catetere.
Questo esame aiuta a valutare la funzionalità dei muscoli sfinterici e la sensibilità rettale, elementi essenziali per comprendere l’entità del prolasso e le eventuali alterazioni funzionali.
Perché rivolgersi all’uroginecologo specialista in chirurgia ricostruttiva del pavimento pelvico
In caso di prolasso rettale, affidarsi ad un uroginecologo specialista in chirurgia ricostruttiva del pavimento pelvico, come il Prof. Mauro Cervigni, può offrire diversi benefici.
Esperienza e competenza trasversali
Gli uroginecologi specialisti combinano competenze in urologia e ginecologia, offrendo un’approfondita conoscenza delle condizioni che affliggono entrambi i sistemi.
Questa conoscenza trasversale consente di identificare e trattare con precisione le complesse interazioni tra gli organi pelvici, assicurando una diagnosi accurata e un trattamento efficace.
La capacità di riconoscere le manifestazioni cliniche specifiche delle patologie pelviche e di integrare queste conoscenze con tecniche diagnostiche avanzate è cruciale per fornire cure ottimali.
Tecniche chirurgiche avanzate
Nei casi di prolasso rettale grave o resistente ai trattamenti conservativi, è necessario intervenire chirurgicamente.
In questo caso, utilizzare tecniche di chirurgia ricostruttiva del pavimento pelvico all’avanguardia, come la chirurgia laparoscopica e ancor di più la chirurgia robotica, permette di intervenire con maggiore precisione e di ridurre significativamente il trauma ai tessuti, il dolore post-operatorio e il rischio di infezioni.
Ciò si traduce in una maggiore efficacia dell’intervento, in tempi di recupero più brevi e una migliore qualità di vita per la paziente, con meno complicazioni e un ritorno più rapido alle normali attività.
Il Prof. Mauro Cervigni esegue visite ambulatoriali e interventi chirurgici di ginecologia e urologia.